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11 dicembre 2023

Moda, allarme Cisl: cigs raddoppiata e rischio licenziamenti

In questo ultimo periodo sono state chieste 75mila ore di cassa integrazione, il doppio dello scorso anno. Nel 2024 a rischio molti posti di lavoro.

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Un'azienda di moda

Un'azienda di moda


Sistema moda, la crisi annunciata adesso si conclama. “Il settore moda dell’area fiorentina, dopo diversi anni di spinta continua e crescita a due cifre, sta conoscendo una brusca frenata, con richieste di ammortizzatori sociali raddoppiate rispetto a un anno fa, tanto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito gli strumenti di sostegno e rischiamo un taglio importante di posti di lavoro”.

“Urgente un tavolo prima che esploda la tempesta perfetta”

Non scelgono parole rassicuranti Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato e il referente moda della Femca-Cisl Firenze-Prato, Gianluca Valacchi. Parlano infatti di una “tempesta perfetta che si sta preparando sul settore, nel silenzio di tutti, a cominciare da chi sta a capo delle varie filiere e dalla politica, troppo impegnata in vista delle imminenti elezioni” e per questo chiedono l’urgente convocazione di un tavolo con tutti i soggetti coinvolti “se vogliamo che il nostro distretto abbia un futuro e un futuro sano”.

La crisi? Fattori internazionali e produzione incontrollata

“Se da un lato le cause sono da ricercare nella situazione generale economica e politica, italiana e internazionale – spiega Valacchi – dall’altro le scelte strategiche degli ultimi anni si sono rivelate sbagliate: la produzione incontrollata di pezzi (borse, scarpe, ecc.) da destinare al mercato, oggi fermi nei magazzini dei brand, l’applicazione di modelli organizzativi improntati alla meccanizzazione e a sostituire un processo prettamente manuale.

Il comparto registra -9,2% nel secondo trimestre 2023

Il comparto moda toscano ha registrato un -9,2% complessivo nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022, con un -8,8% per l’abbigliamento e un -25,9% per le calzature. Tutto questo oggi ha portato all’impennata delle richieste di cassa integrazione e di accesso al fondo solidarietà bilaterale del settore artigiano che da ottobre sta investendo, come un uragano, l’intera filiera della moda (tessile, pelletteria, calzaturiero) e i settori collegati al distretto scandiccese, coinvolgendo migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Quest’anno 75mila ore di cigs contro le 38mila del 2022

A Firenze, nel settore moda, nel settembre 2022 erano state autorizzate da Inps 38mila ore di Cassa integrazione; quest’anno, nello stesso mese, le ore sono state 75mila, quasi il doppio”.

“Siamo impegnati tutti i giorni – prosegue Valacchi – a rispondere alle numerose domande di ammortizzatori sociali ma, oltre l’urgenza, è anche necessario accendere la discussione sulla situazione generale, che coinvolga tutti gli attori, compreso chi sta a capo di queste filiere. Se a questo aggiungiamo il silenzio della politica, troppo impegnata a discutere sulle imminenti elezioni di marzo, ecco che il cerchio si chiude. Nessuno si sta preoccupando del fatto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito tutti gli strumenti di sostegno a propria disposizione e che, pertanto, dovranno iniziare a parlare di tagli dei posti di lavoro, tanti posti di lavoro.

”Per questo, secondo Franchi e Valacchi, “va con estrema urgenza istituito un tavolo di confronto tra parti sociali, brand e istituzioni politiche per discutere del futuro del nostro distretto e della gestione di questo periodo di difficoltà, anche attraverso l’istituzione di ulteriori strumenti di sostegno delle aziende”. (sg)

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