I passaggi per costruire una vera multiutility della Toscana centrale (per adesso la società consolida solo l’acqua di Publiacqua e i rifiuti di Alia, settori senza concorrenza di mercato) e arrivare alla quotazione in Borsa sono ancora parecchi, ma intanto alcuni dei Comuni-soci si alleano per “pesare” di più in occasione delle decisioni strategiche. Per qualcuno è una rivincita dei campanili, per altri è una legittima alleanza d’area geografica.
Nasce (più di) un patto di sindacato
La prima mossa è di Empoli, che già nelle settimane scorse aveva minacciato lo stop al processo di fusione per incorporazione di Publiservizi (la holding locale dei servizi pubblici locali) in Alia, poi rientrato, e che adesso, per bocca della sindaca Brenda Barnini, ha annunciato una “holding di secondo livello” che riunirà le partecipazioni dei 14 Comuni dell’Empolese-Valdelsa e dei Comuni della Valdinievole. In tutto si tratterà di 19 amministrazioni (Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Fucecchio, Gambassi Terme, Lamporecchio, Larciano, Marliana, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Poggibonsi, San Gimignano, Uzzano e Vinci) che si alleano per contare di più e dialogare con maggior forza con Firenze (che possiede il 37,1%) e con Prato (che ha il 18,1%). La delibera, già approvata dalla Giunta empolese, sarà votata nel prossimo Consiglio comunale.
La natura giuridica sarà un consorzio o una società
“Il progetto della multiutility – spiega la sindaca Barnini a t24 – prevede già la nascita di una holding controllata da tutti i Comuni (per adesso sono 66, ndr); all’interno di questa holding noi formeremo una sorta di patto di sindacato, sotto forma di consorzio o di holding di secondo livello, per avere uno strumento di raccordo tra i Comuni ex-Publiservizi”. L’obiettivo è quello di non disperdere la voce del territorio, impegnandosi a esprimere indirizzi comuni: “E’ una scelta ‘fisiologica’ – aggiunge la sindaca – per dare una risposta al bisogno di controllo e rappresentanza dei territori in un’azienda diventata più grande”. Il tema della rappresentanza, del resto, è stato finora uno degli scogli del progetto multiutility: il prossimo 10 febbraio l’assemblea dei soci sarà chiamata a votare l’aumento dei componenti del cda proprio per dare maggior rappresentanza ai Comuni presenti.
Barnini: “Nessuna volontà di ostacolare il progetto”
A chi insinua che quella di Empoli sia una mossa per metere, ancora una volta, i “puntini sulle i” al progetto multiutility, Barnini risponde: “Questa operazione era sempre stata negli accordi stretti con gli altri Comuni, e credo che altri territori seguiranno la nostra strada”. Oltre agli azionisti ex-Publiservizi, che hanno il 17,4% della multiutility, ci sono gli azionisti ex Consiag che hanno il 23,9%.
Fiesole va con Hera nell’illuminazione
Intanto tra i soci della multiutility c’è chi guarda anche ad altri operatori, come nel caso del Comune di Fiesole, che nell’ottobre scorso in consiglio comunale aveva votato ‘no’ al progetto della multiutility, e che nei giorni scorsi ha affidato la gestione del servizio di illuminazione pubblica e dei semafori a un raggruppamento in cui spicca la multiutility emiliana Hera Luce con Engie e Simet. Nella Toscana centrale, dove già la romana Acea possiede il 40% (e la governance) di Publiacqua, e dove Italgas-Eni controlla (51%) la società delle reti gas Toscana Energia, Hera mette un altro tassello.
Silvia Pieraccini