Un pacchetto di 9 misure di politiche attive finalizzate a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro, oltre che nuova occupazione: è questo il ‘Nuovo Patto per il lavoro’ della Regione Toscana, siglato oggi a Firenze dalle parti sociali e dai soggetti presenti nella commissione regionale permanente tripartita. Rappresentati, dunque, i livelli regionali di Cgil, Cisl, Uil Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Cia, Confesercenti Toscana, Confindustria, Legacoop, Crdp, Ens, Uici, Unms, Anmil, Anmic.
Le risorse complessive del patto, 53,8 milioni di euro, saranno ripartite e assegnate a ogni territorio su base provinciale, tenendo conto della situazione economica, sociale e occupazionale dei territori. Alle aree di crisi industriale complessa (Livorno e Piombino), non complessa (Massa Carrara) e regionale è stata assegnata una quota di risorse pari complessivamente al 25% dell’intero budget.
Dall’assegno per l’impiego ai percorsi formativi
La prima misura prevista è l’assegno per l’impiego, uno sviluppo della sperimentazione regionale dell’assegno di ricollocazione, che finanzia singole misure di politica attiva per le quali sono determinati standard di durata e di costo. La seconda misura è la concessione di contributi a fondo perduto per imprese da costituire o di recente costituzione nell’ambito territoriale della Toscana. La terza misura, sostegni formativi individuali, prevede un contributo pubblico finalizzato a promuovere, tramite il rimborso totale o parziale delle spese di iscrizione al corso, l’accesso a percorsi di accrescimento delle competenze professionali.
Con i sostegni ‘Just in time’ si punta a intervenire tempestivamente con l’individuazione di personale che necessita di colmare gap formativi, oppure di diversificare o accrescere le competenze di base attraverso la partecipazione a percorsi formativi mirati e personalizzati in modo da facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Sono inoltre previsti percorsi formativi collegati a protocolli territoriali, ad esempio per il rilancio di aree in stato di crisi economica ed occupazionale, e percorsi formativi brevi rivolti a soggetti disoccupati, inoccupati ed inattivi, con lo scopo di accrescerne le competenze professionali, e di diminuire il disallineamento occupazionale.
Sono previsti avvisi per la ricollocazione di lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali, misura di intervento a sportello destinata a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali. Altra misura del patto è il sostegno alla conciliazione vita-lavoro. Infine, possono richiedere l’incentivo all’occupazione i datori di lavoro che assumono i soggetti che hanno sottoscritto il Piano di Ricerca Intensiva (Pri) e abbiano effettivamente avviato il percorso.
I sindacati rilanciano sul Patto per lo sviluppo
Le misure di politiche attive per il lavoro oggetto del patto “sono misure molto concrete e molto efficaci – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha firmato il patto insieme all’assessore regionale al lavoro Alessandra Nardini -, non discorsi ma cose molto concrete. Io sono convinto che la firma di questo protocollo sia un elemento fondamentale, una tessera davvero importante di questo mosaico, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa azione concertata portando le loro proposte in questo patto che abbiamo sottoscritto”.
I sindacati hanno espresso soddisfazione per la firma, ma hanno anche rilanciato l’appello alla Regione per la revisione del Patto per lo sviluppo. “Noi siamo in attesa, lo abbiamo gridato a gran voce, il 16 novembre abbiamo fatto un attivo unitario dei delegati, e abbiamo posto le nostre priorità”, ha affermato Gessica Beneforti, componente della segreteria della Cgil Toscana. “Andremo avanti per arrivare alla firma del patto per lo sviluppo in Toscana, che riteniamo prioritario rispetto alle condizioni dei lavoratori e per creare ulteriore lavoro”, ha aggiunto Ciro Recce, segretario generale della Cisl Toscana.
Leonardo Testai