Il Tar della Toscana ha annullato tutti gli atti della gara e la procedura del Comune di Orbetello relativi alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico. Si ferma dunque il progetto di trasformazione promosso dalla Società Porto Turistico Talamone, formata da imprenditori locali, e accolto dal Comune: un affare da oltre 40 milioni di euro, secondo il piano finanziario di prefattibilità commissionato proprio dall’amministrazione comunale.
Il ricorso proposto a ottobre dal Consorzio il Molo di Talamone, che rappresenta gran parte dei titolari delle concessioni per i pontili talamonesi. “Tutta la procedura avviata tra luglio e agosto dal Comune di Orbetello è stata dunque considerata ‘radicalmente illegittima’”, esulta il comitato Salviamo Talamone, secondo cui la procedura del Comune violava le norme nazionali e dell’Ue “calpestando i principi, relativi alle procedure pubbliche, di informazione, partecipazione, contraddittorio, imparzialità, trasparenza, non discriminazione, concorrenza, par condicio e pubblicità”.
Il Tar ha anche evidenziato la “contraddittorietà del comportamento” dell’amministrazione comunale, e “l’innegabile contrasto degli atti impugnati con i precedenti atti programmatori relativi al porto di Talamone”, visto che in una prima fase il Comune aveva deliberato di procedere al rifacimento del porto attraverso lo strumento della Società di trasformazione urbana, che lascia in mano alle amministrazioni pubbliche la regia degli interventi infrastrutturali, salvo cambiare idea e puntare alla procedura per la concessione. Ripensamento bocciato dal Tar, “anche perché la strada scelta – osserva il comitato – non avrebbe garantito l’indispensabile coinvolgimento di tutti gli operatori portuali”. (lt)