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12 dicembre 2024

Siena-Firenze, 56 km di code e cantieri

E’ una delle infrastrutture strategiche per la mobilità toscana di merci e pendolari. E’ stata aperta nel 1964.

Carlo Pellegrino
Un cantiere del raccordo autostradale Siena-Firenze.

Un cantiere del raccordo autostradale Siena-Firenze.

E’ nato sessant’anni fa, pensato e realizzato per il traffico di allora. Ma dal 1964, anno di apertura del raccordo autostradale Siena-Firenze, tutto è cambiato, a cominciare dal numero di veicoli che giornalmente si trovano a percorrere i 56 chilometri e 360 metri che collegano i due capoluoghi. Un piano da 97 milioni di euro di investimenti negli ultimi anni, tuttora in corso, sta cambiando l’aspetto dell’Autopalio per un restyling assolutamente necessario. Perché si attraversano territori importanti tra la Val d’Elsa e la Val di Pesa, toccando i comuni di Monteriggioni, Colle Val d’Elsa, Poggibonsi, Barberino, Tavarnelle, San Casciano e Impruneta. Territori che da tempo – anche con iniziative congiunte dei sindaci – chiedono una maggiore sicurezza sul raccordo e lavori celeri, affinché nei cantieri non restino intrappolati le migliaia di pendolari e gli altri automobilisti che giornalmente si muovono su questa strada.

Soluzioni tampone per adeguarla alle nuove esigenze

Per risolvere definitivamente il problema servirebbe una superstrada adeguata alle mutate esigenze. Un’ipotesi già scartata: non esiste la possibilità tecnica di costruire una nuova strada. Non resta che arrangiarsi, fare quello che si può con ciò che si ha, gestendo al meglio l’attuale Autopalio. Anas, per la verità, ha provato anche a metterci soldi, con continui interventi di ripavimentazione che negli anni hanno trasformato il raccordo in un cantiere sempre aperto. Risultati non proprio soddisfacenti, considerando che le buche sono rimaste, così come gli escavatori e le betoniere, continuamente impegnate a rattoppare il rattoppabile. Il problema? Sempre il solito: troppe auto e soprattutto mezzi pesanti che attraversano una strada non progettata per sopportarle tutte, e quindi inevitabilmente condannata a usura e rotture. Serviva, insomma, un piano molto più efficace e risolutivo.

Realizzata negli anni Sessanta e Settanta

“Il raccordo autostradale Siena-Firenze è un’infrastruttura realizzata tra gli anni Sessanta e Settanta, con una sezione geometrica variabile fra i 12 e i 16 metri e senza corsia di emergenza – conferma Anas – Oggi questa arteria è percorsa quotidianamente da elevati flussi di traffico ed è una risorsa strategica, fondamentale per la mobilità in questo territorio”. Così Anas negli ultimi anni ha avviato “un ampio programma di investimenti per la manutenzione e la riqualificazione dell’infrastruttura, con l’obbiettivo di garantire la sicurezza della circolazione, prolungare la durata delle opere nel tempo e migliorare le condizioni di guida”.

Gli investimenti fatti e quelli ancora in corso

Si tratta di interventi necessari a garantire la percorribilità della strada nei prossimi anni e decenni. Molti lavori sono stati completati negli anni scorsi: dal 2018 ad oggi Anas ha eseguito interventi di manutenzione programmata per un investimento complessivo di oltre 50 milioni. I lavori hanno riguardato, tra gli altri, il risanamento della pavimentazione su un tratto di circa 22 chilometri, il risanamento dei viadotti Terme e Bandini, l’installazione dei pannelli a messaggio variabile, la sostituzione dello spartitraffico centrale per 20 chilometri, il piano di segnalamento mediante l’installazione della segnaletica verticale, l’installazione dei dispositivi di giunto tra gli impalcati del viadotto Cassia, il ripristino dei sovrappassi e sottopassi e i lavori di adeguamento degli impianti di illuminazione delle gallerie Fontebecci e Acquacalda sulla strada statale 674 (la tangenziale Ovest di Siena).

Tutti i cantieri aperti

Ormai da anni, dopo la tragedia del ponte Morandi, Anas ha dato il via a un’ampia opera di monitoraggio dei viadotti, con particolare attenzione per quelli costruiti ormai da più di mezzo secolo (ovvero tutti quelli dell’Autopalio). Oggi sono attivi quattro distinti cantieri, tutti in corrispondenza di viadotti, su circa cinque chilometri. Percorrendo il raccordo in direzione nord, da Siena e Firenze, il primo cantiere che si trova è tra il chilometro 32 e il chilometro 33, tra Poggibonsi e Barberino, per l’ammodernamento del viadotto Molinuzzo, nei pressi di San Donato. Dal chilometro 36.7 al chilometro 37.4 le corsie si restringono in corrispondenza del viadotto Fillinelle, tra San Donato e Tavarnelle. Il più lungo tratto interessato dai lavori è tra il chilometro 47.6 e il chilometro 50.3, 2.700 metri di mezzi al lavoro a San Casciano Val di Pesa in corrispondenza dei  viadotti Docciola e Sr2. Pochi metri dopo parte il cantiere sul viadotto Falciani, attivo fino al chilometro 51.

Il raccordo autostradale Siena-Firenze.

I lavori in corso e quelli in partenza

 “Attualmente sono in corso lavori per un investimento di circa 23 milioni di euro – fa sapere Anas – con lavori di ripristino strutturale e adeguamento delle barriere del viadotto Docciola e del Viadotto Falciani (completamento atteso entro fine dicembre) e il primo stralcio dei lavori per la messa in sicurezza del viadotto Fillinelle. A seguire sarà avviato anche l’intervento di risanamento strutturale del viadotto Fillinelle e del viadotto Molinuzzo e la riqualificazione delle barriere di sicurezza stradale in tratti saltuari del raccordo”. Infine “sono in progettazione altri sette interventi per un investimento di 24 milioni di euro”.

Gli effetti sul traffico quotidiano

Riqualificare una strada lunga circa 56 chilometri, con molti viadotti e senza una viabilità alternativa adeguata significa necessariamente aprire numerosi cantieri con conseguente impatto sulla circolazione e inevitabili disagi. Che sono stati notevoli, soprattutto quando è stato attivo – per mesi – il cantiere tra Siena Nord e Badesse: quattro chilometri in ingresso e in uscita per la città del Palio che sono diventati un incubo per gli automobilisti.

“I cantieri – assicura Anas – vengono avviati in modo scaglionato e graduale secondo un piano pluriennale. Per completare i lavori in tempi accettabili è però necessario aprire più cantieri in contemporanea. Il nostro impegno è realizzare i lavori necessari nel minor tempo possibile e fare in modo che questi interventi restituiscano una strada migliorata, in grado di garantire i flussi di traffico in sicurezza”.

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Carlo Pellegrino

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