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Industria

31 marzo 2022

Tessile, Beste acquisisce TeXco

Nasce un gruppo da oltre 60 milioni di fatturato: è la più importante aggregazione del distretto pratese.

Silvia Pieraccini
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Dalle parole ai fatti. Giovanni Santi è sempre stato l’imprenditore che più di tutti, a Prato, ha sostenuto la necessità di aggregazioni tra aziende per “salvare” il tessile, e ora con la sua Beste ha realizzato la più importante che il distretto ricordi.

Beste ha acquisito dalla famiglia Colzi il 100% del lanificio TeXco di Montemurlo (Prato), produttore di tessuti di lusso in cashmere, mohair, alpaca, rafforzando così la parte a monte della filiera e compiendo un bel salto dimensionale.

Un gruppo con più di 60 milioni di fatturato

Dall’unione, che sarà operativa dal 1 settembre prossimo, nascerà un gruppo da oltre 60 milioni di ricavi con una specializzazione che va dalla produzione di tessuti cotonieri (tipica di Beste) a quella di tessuti lanieri (tipica di TeXco) fino alla confezione di capi d’abbigliamento, fatta da Beste sia per i grandi marchi (una quindicina di clienti) che per il brand di proprietà Monobi, in fase di crescita.

Beste nel 2021 ha fatturato quasi 30 milioni di euro, recuperando i livelli pre-Covid, e quest’anno prevede di superare i 36 milioni grazie soprattutto al traino della divisione abbigliamento; TeXco, fondato da Piero Colzi nel 1983 e ora guidata dai figli Nicola e Tommaso, ha chiuso il 2021 con 28 milioni di ricavi e 1 milione di utile netto.

Integrazione produttiva e commerciale

“Diventiamo un gruppo diversificato con una propria catena produttiva”, spiega Giovanni Santi, titolare col fratello Matteo dell’azienda partecipata al 10% dal gruppo cinese Huamao. “TeXco rappresenta una realtà di riferimento nel mercato delle fibre nobili laniere per il settore del lusso che ben si integra con noi sia a livello produttivo che commerciale”, aggiunge. Giovanni Santi rimane convinto che la strada delle aggregazioni sia l’unica che può salvare il distretto pratese e il tessile italiano: “Anche nella difficile situazione di mercato post-pandemica, aggravata dal caro-energia e dalla guerra in Ucraina – dice – le aggregazioni di aziende sinergiche e complementari sono il modo per rispondere alle istanze della clientela”.

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Silvia Pieraccini

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