Nel 2024 l’export delle aziende toscane è cresciuto del 13,6% in valore, superando i 63 miliardi di euro rispetto ai 55,5 miliardi realizzati nel 2023 (aggiustati dall’Istat rispetto a quanto comunicato nei mesi scorsi). L’Istituto di statistica ha diffuso oggi, 11 marzo, i dati sulle esportazioni regionali dell’anno scorso – chiuso dall’Italia in flessione dello 0,4% – indicando la Toscana come la “regina” dei mercati esteri. La Lombardia ha segnato +0,6%, il Veneto -1,8%, l’Emilia-Romagna -2%, il Piemonte -4,9%. Grazie a questo risultato la Toscana ha superato il Piemonte e si è portata al quarto posto tra le regioni esportatrici.
Gioielli e farmaci trainano la crescita dell’export
La crescita dell’export toscano è stata trainata dalla gioielleria di Arezzo (praticamente raddoppiata, +108%) e dal settore farmaceutico (+34%). Le aziende orafe nel 2024 hanno venduto all’estero prodotti per un valore di otto miliardi di euro (erano 3,9 miliardi nel 2023), spinte verso vette record dalle quotazioni dell’oro e dagli acquisti-monstre della Turchia che hanno una spiegazione contingente (tassazione dell’oro decisa dal governo Erdogan, che rende più conveniente per le imprese turche comprare oreficeria dall’estero piuttosto che acquistare materia prima da destinare alla lavorazione, unita all’alta inflazione che spinge gli investimenti in oro). Attenzione dunque a gridare alla crescita: l’aumento del prezzo della materia prima e le dinamiche doganali non sono fattori che aumentano la penetrazione dell’industria di settore. La farmaceutica invece sta brillando ormai da anni, e ora ha aggiunto al portafoglio altri 2,8 miliardi di export (superando gli 11 miliardi), spingendo la provincia di Firenze che ora scavalca nell’export addirittura Vicenza e Bergamo portandosi sul podio italiano, alle spalle di Milano e di Torino.
Ancora in difficoltà l’industria della moda
Il boom di questi due settori ha “compensato” le difficoltà dell’industria della moda (-6,7% il tessile, -7,3% l’abbigliamento, -17,4% gli articoli in pelle) e il crollo dei prodotti petroliferi (-70,7%). La crisi della moda è visibile anche dal crollo delle esportazioni verso la Svizzera (-49%), tradizionale hub di distribuzione. Resiste il vino che mette a segno +8,7% in valore superando 1,2 miliardi di euro di export, più del Piemonte, storico competitor sui vini rossi, che si ferma a 1,183 miliardi.
L’export verso gli Usa cresce del 12%
Tra i Paesi di sbocco spiccano gli Stati Uniti, uno dei mercati di riferimento della Toscana, che nel 2024 segnano +12,3%: il timore per i dazi che potrebbero essere decisi dal Governo Trump aumenta.
Silvia Pieraccini