Il porto di shanghai, il più importante al mondo per il traffico container
Vedere 500 navi bloccate nel porto di Shanghai, cariche di migliaia di container in attesa di essere caricati e scaricati (per mancanza di personale dovuta al lockdown da Covid della città), e scorrere i prezzi alle stelle dei noli marittimi e aerei così come dei carburanti che alimentano i camion, rende sempre più attuale una domanda: l’import-export toscano subirà ripercussioni, quest’anno, a causa dello tsunami che sta investendo il settore della logistica? Oppure l’aumento dei prezzi e i ritardi nelle spedizioni (che fanno mancare forniture di ogni genere) potranno essere tamponati, in qualche modo, dagli operatori? E come?
Le aziende della logistica alzano le braccia
Le aziende toscane della logistica sono concordi: c’è poco da fare per attenuare gli effetti di questi eventi eccezionali. “I margini di manovra sono pochi – spiega Fabio Nocentini, vicepresidente dell’azienda di famiglia Savino del Bene, colosso delle spedizioni con quasi tre miliardi di fatturato 2021 e 660mila teu (container da 20 piedi) trasportati via mare, core business del gruppo -. I clienti, soprattutto negli ultimi mesi, hanno intensificato le richieste di soluzioni alternative ma modificare una rotta, cambiare una nave o addirittura passare dal trasporto via mare a quello aereo non è facile: bisogna stare molto attenti, valutando bene la fattibilità e i costi. Insomma, i casi in cui questo è possibile sono pochi”.
L’unica strada è aspettare che le navi siano caricate nei porti ingolfati: “Al porto di Los Angeles, pochi giorni fa, l’attesa era di quattro settimane – aggiunge Nocentini – mentre Shanghai, che è il più importante scalo container al mondo, sta lavorando a metà servizio”.
Prezzi aumentati per pandemia e guerra in Ucraina
Pandemia e guerra in Ucraina hanno dunque spinto all’insù i prezzi dei trasporti, ma non hanno cambiato le dinamiche delle aziende di logistica. “E’ chiaro che adesso sopra la Russia e l’Ucraina gli aerei non passano – spiega Mario Bartoli della fiorentina Alha, leader nell’air cargo con clienti concentrati in Toscana, nel fashion e nella gioielleria – ma per il resto le rotte restano quelle richieste dal mercato e le soluzioni per attenuare gli effetti degli aumenti di prezzi sono poche: possiamo cercare di ridurre i tempi di attesa degli autisti per il carico e lo scarico, che a causa della situazione che si è generata sono passati da due a quattro ore, oppure possiamo far partire la merce dall’estero anziché dall’Italia, ma non ci sono grandi alternative…”.
La stessa cosa vale nei trasporti su gomma. “I nostri camion vanno a gasolio – spiegano all’azienda pratese Albini & Pitigliani, specializzata in piccole spedizioni da 10-15 kg a 25mila kg – e se il prezzo del gasolio aumenta, è difficile aggirare l’ostacolo. Non c’è niente da fare, dobbiamo riversare gli aumenti di prezzo sulla clientela”.
Nonostante le difficoltà, il business dei trasporti corre
.La sorpresa è che gli aumenti di prezzo dei trasporti marittimi, aerei e su gomma – uniti ai ritardi di consegna delle materie prime – finora non sembrano aver rallentato il business delle aziende di logistica, che stanno lavorando a pieno ritmo. “Dall’inizio dell’anno non abbiamo visto rallentamenti, anzi – aggiungono all’Albini & Pitigliani – l’industria tessile, ad esempio, è piena di lavoro. Nei prossimi mesi è difficile fare previsioni perché le difficoltà operative sono tante e c’è il rischio che questo stato di cose diventi permanente”.
Eppure i camper della Valdelsa che non possono essere prodotti perché mancano i microchip; il vino che non può essere imbottigliato perché mancano le capsule, le etichette e le bottiglie; i macchinari che non possono essere completati perché mancano i componenti sono tutti segnali che sembrano alimentare rischi di contrazione per la produzione, e dunque anche per l’export della Toscana che nel 2021 ha sfiorato il valore-record di 48 miliardi di euro.
“In questo momento c’è qualche difficoltà nel riuscire a far ‘digerire’ l’aumento dei costi di spedizione ai clienti finali, quelli che ricevono la merce – spiega Bartoli – ma il prodotto made in Italy ha una grande forza e non potrà mancare sui mercati”. Il trasporto non si ferma di fronte alle difficoltà: “Il settore sta vivendo una fase favorevole, nonostante tutto”, conclude Fabio Nocentini.
Silvia Pieraccini