C’è un progetto che da 25 anni identifica i ristoranti toscani (ma anche le botteghe, gli agriturismi e le aziende agroalimentari) che valorizzano prodotti e tradizione gastronomica del territorio, qualità delle produzioni, filiera corta. Quel progetto, promosso dalla Regione insieme con Uniocamere, si chiama ‘Vetrina Toscana’ (il logo è una ghirlanda di foglie e frutti) coinvolge ormai duemila imprese, di cui 900 ristoranti dall’osteria al locale stellato, e ora si sta espandendo all’estero (con due ristoranti in Bahrein e in California). Per aderire al network occorre sottoscrivere un Manifesto fondato su alcuni valori identitari: amare la Toscana e la sua cultura culinaria; abbracciare i principi della sostenibilità ambientale; essere custodi della tradizione ma anche attenti alle nuove tendenze.
Vetrina Toscana ha spinto il turismo enogastronomico
I 25 anni di ‘Vetrina Toscana’ sono stati festeggiati al Teatro del Maggio musicale fiorentino con un incontro per fare il punto sul progetto e con la presentazione del nuovo sito Internet sviluppato da Fondazione Sistema Toscana. ‘Vetrina Toscana’ è considerato uno degli strumenti che ha contribuito al primato della regione nel turismo enogastronomico, ora “certificato” dal Rapporto 2024 di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico che indica la Toscana come mèta preferita dei viaggi degli italiani che hanno come tema cibo, vino, olio. L’impatto del turismo enogastronomico sull’economia toscana non è stimato ma – considerato che a livello italiano è di circa 40 miliardi di euro tra spesa diretta, indiretta e indotta – potrebbe superare i tre miliardi di euro.
Il prossimo passo? Un catalogo di esperienze prenotabili
Ora però questo turismo ha bisogno di un tassello ulteriore: “Dobbiamo costruire un catalogo di esperienze legate al vino e al cibo – ha detto Francesco Tapinassi, direttore dell’agenzia regionale Toscana Promozione Turistica – con cui potersi presentare alle fiere e al pubblico internazionale. Le aziende finora sono andate ciascuna per conto proprio – ha aggiunto rivolto a ristoratori, produttori vinicoli e oleicoli, agriturismi – e questo significa che se io digito su Google ‘wine experience in Tuscany’ ottengo un elenco di degustazioni proposte da un operatore come Airbnb. Invece dobbiamo lavorare insieme e costruire noi un catalogo di esperienze prenotabili, partendo con un gruppo di imprese”. Ma c’è dell’altro. Secondo Tapinassi, solo quando avrà un catalogo di esperienze prenotabili la Toscana potrà accettare inviti come quello di ospite d’onore al Wine & Travel Week 2026, la più importante fiera sul turismo enogastronomico che si svolgerà a Porto: “Senza avere un’offerta da presentare, non ha senso andare”, ha concluso Tapinassi.
Silvia Pieraccini