Era nell’aria da giorni, e adesso c’è l’ufficialità: Fincantieri ha firmato un accordo per l’acquisizione da Leonardo della società di subacquea ‘Underwater Armament Systems’, la ex Wass con stabilimenti a Livorno e Pozzuoli (Napoli). L’importo dell’acquisizione è basato su un enterprise value composto da una componente fissa di 300 milioni di euro, e da una componente variabile per massimi 115 milioni al ricorrere di determinati obiettivi di performance per l’anno 2024, per un enterprise value totale che quindi potrà arrivare fino a 415 milioni.
I numeri dell’acquisizione
Nel 2023 le attività ex Wass, legate alla produzione di siluri e sonar, hanno generato ricavi per 160 milioni di euro e un Ebitda di 34 milioni. Il closing dell’operazione è previsto per l’inizio del 2025. Al fine di realizzare l’operazione Wass, il cda di Fincantieri chiederà all’assemblea dei soci la delega per aumentare il capitale per 400 milioni di euro, mediante emissione di azioni ordinarie da offrire in opzione ai soci: il socio di controllo Cdp Equity si è impegnato a sottoscrivere l’aumento per complessivi massimi 287 milioni.
La cessione della ex Wass a Fincantieri “rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio di business di Leonardo”, ha affermato l’amministratore delegato Roberto Cingolani, secondo cui “l’iniziativa dà ulteriore impulso alla collaborazione tra Leonardo e Fincantieri, nel quadro di una più efficace difesa e competitività globale”. Secondo Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, l’operazione è una “pietra miliare cruciale” nella “strategia underwater di Fincantieri per il prossimo ciclo industriale”.
“Servono garanzie per lo stabilimento di Livorno”
Lo stabilimento di Livorno occupa più di 500 persone, e negli ultimi anni ha visto una crescita di 50 dipendenti. “Stiamo seguendo la vicenda in stretto rapporto coi sindacati”, afferma Gianfranco Simoncini, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Livorno, che chiede alla Regione Toscana di occuparsi della vicenda, e spinge per un tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy. “Noi non siamo contrari a questo passaggio di proprietà – spiega – perché rimaniamo in una società importante partecipata dallo Stato: l’importante è che ci siano garanzie sui livelli occupazionali e sulla strategicità dello stabilimento di Livorno. In questi anni lo stabilimento è cresciuto molto, e vogliamo che questa operazione ci dia garanzie e certezze”.
Leonardo Testai