Le nuove etichette del vino Nobile di Montepulciano con la menzione Pieve
Segmentare, differenziare, qualificare: il vino Nobile di Montepulciano, una delle denominazioni più importanti della Toscana, debutta sul mercato, dal 1 gennaio 2025, con una novità che va nella direzione di esaltare l’identità territoriale. Sull’etichetta delle bottiglie si potrà indicare una delle dodici ‘unità geografiche aggiuntive’ (Uga) in cui è stata suddivisa la denominazione, unità che sono state chiamate Pieve (in ossequio a una divisione del territorio che esisteva storicamente) e che si propongono come il vertice di una piramide qualitativa.
Uve proprie da vigneti che hanno almeno 15 anni
Per aver diritto alla menzione Pieve occorre che il vino sia prodotto con uve proprie (e non acquistate da altri) in vigneti che hanno almeno 15 anni di età; che contenga almeno l’85% di Sangiovese (e il 15% di vitigni Canaiolo nero, Ciliegiolo nero, Mammolo nero, Colorino nero: non sono ammessi vitigni internazionali); che la resa non sia superiore a 70 quintali per ettaro; che il grado alcolico non sia inferiore a 13 gradi; che l’affinamento duri almeno tre anni, con un minimo di 12 mesi in legno e 12 mesi in bottiglia.
Target di mercato più alto e prezzo maggiore
Rispettando queste condizioni, e superando l’ultimo esame di un comitato di tecnici interno al consorzio di tutela, si potrà utilizzare questa distinzione geografica che – come le Uga del Chianti Classico e Terraelectae del Chianti Rufina – punta a esprimere le declinazioni territoriali. “Siamo partiti nel 2020 da una oggettiva difficoltà della denominazione – ha spiegato il presidente del consorzio del vino Nobile, Andrea Rossi – con l’idea di differenziare le zone a seconda del terroir e del microclima. Le Pievi si posizioneranno su un segmento di mercato alto e rappresenteranno una nicchia: se riuscissimo ad arrivare a 300mila bottiglie, significherebbe il 4% della produzione”. Il prezzo sarà maggiore di circa il 20-30% rispetto al Nobile Riserva, e la clientela a cui si rivolgerà è prima di tutto quella americana.
Dal 2021 in etichetta c’è il termine ‘Toscana’
La prima annata in commercio sarà la 2021 e le aziende che hanno aderito a questa innovazione al momento sono una cinquantina, dunque la metà degli associati al consorzio. La novità si affianca all’altra che il Nobile ha inserito in etichetta nel 2021: la parola ‘Toscana’ inserita sotto il nome del vino ha eliminato la confusione che, soprattutto nella grande distribuzione, c’era tra il Nobile di Montepulciano e il Montepulciano d’Abruzzo. “Il termine Toscana ha cancellato la confusione allo scaffale e ha significato il recupero del 20% delle vendite – ha spiegato il presidente Rossi – in pratica un milione di bottiglie in più, che abbiamo mantenuto negli anni seguenti. Anche quest’anno, in un periodo non brillante per i vini rossi, la denominazioni al 31 ottobre ha gli stessi livelli di vendite del 2023”.
Silvia Pieraccini