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02 ottobre 2024

All’assemblea nazionale Uilm di Firenze un appello (condiviso) per l’industria

“Non possiamo essere solo turismo e rendita”, tuona Fantappiè. E Confindustria Toscana apre a un’azione comune.

Leonardo Testai
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“La Toscana non può essere solo servizi, turismo e rendita, ma serve l’industria”. Parola di Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, padrone di casa a Firenze dell’assemblea nazionale della Uilm, aperta dal leader nazionale dei metalmeccanici Rocco Palombella. Un appello a cui il mondo imprenditoriale risponde presente. “E’ tempo di un’azione comune con il sindacato, partendo dalle cose che ci uniscono, e sono tante”, ha affermato il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, intervenendo ai lavori dell’assemblea.

“Imprese più strutturate per competere meglio”

I numeri delle difficoltà attuali li elenca Fantappiè: “In Toscana sette aziende su dieci hanno richiesto la cassa integrazione, ci sono dati veramente allarmanti sul numero delle ore di cassa integrazione con un +42% rispetto al 2023, e un 153% in più nell’artigianato. Firenze ha il triste primato di essere la terza città d’Italia con l’utilizzo di più ore di cassa integrazione rispetto agli anni precedenti: abbiamo un calo degli ordini dell’80% nel settore moda e del 50% della meccanica di precisione. E’ un quadro veramente critico, soprattutto anche in termini occupazionali dove registriamo circa 1.800 contratti a termine che sono cessati definitivamente”.

Per il leader della Uil Toscana, in un contesto simile “non possiamo portare più avanti imprese così piccole di 6-7 dipendenti come sono quelle toscane, dobbiamo fonderci e strutturarci per avere più possibilità di poter accedere al credito, per poter competere meglio”. “soprattutto servono politiche industriali, già qui in Toscana, per capire dove investire e su cosa puntare per il futuro della nostra regione. Le banche devono fare le banche, investendo e concedendo prestiti per migliorare la produttività delle nostre imprese”.

Ma secondo Fantappiè “servono anche delle politiche dei redditi con più salario e meno ore di lavoro: in Toscana registriamo 137mila famiglie con Isee inferiore a 6.000 euro, e 191mila toscani che guadagnano meno di 12mila euro netti all’anno, ovvero meno di mille euro al mese. Se non si aumenta la capacità di spesa dei lavoratori, e quindi il loro potere d’acquisto, non si riuscirà mai a cambiare direzione verso uno sviluppo duraturo”.

“Costruiamo un’unica voce sui grandi temi”

“Non solo continueremo a ricercare insieme le soluzioni migliori – ha risposto idealmente Bigazzi – per i problemi che coinvolgono le nostre aziende e i nostri distretti; ma dobbiamo provare anche a costruire un’unica voce sui grandi temi che ci stanno a cuore: in particolare sul supporto agli investimenti 5.0, sull’energia, sulla sicurezza sul lavoro”. Secondo il presidente di Confindustria Toscana, “in questo territorio l’industria metalmeccanica riveste un ruolo particolarmente rilevante sia per il contributo offerto in termini quantitativi – per occupazione, valore aggiunto e scambi internazionali – sia per la capacità di trasmettere l’innovazione tecnologica a tutta la filiera e agli altri settori dell’economia. La metalmeccanica è il cuore della nostra manifattura e qualsiasi segnale di difficoltà merita grande attenzione”.

In questa fase, ha sottolineato Bigazzi all’assemblea Uilm di Firenze, “la Toscana continua a crescere ma a ritmo più contenuto. Siamo stati capaci di recuperi importanti, anche grazie al nostro export a cui il settore metalmeccanico continua a dare un contributo positivo registrando un +8% nel secondo trimestre dell’anno, ma come ho avuto modo di dire qualche tempo fa, l’export non può sempre compensare tutto. Oggi abbiamo bisogno di ripartire dal comune denominatore di crescita del territorio che è la nostra industria. Siamo sempre stati una delle manifatture più importanti d’Europa, ma questo capitale sociale va rafforzato con dosi massicce di innovazione continua nella direzione tracciata dalle transizioni digitale e green. Un territorio più industriale vuol dire più lavoro e più solidarietà. Vuol dire saper trattenere i talenti e attrarre nuovi investimenti”.

La Uilm chiede di uscire dallo stallo su Piombino

E fra gli investimenti da attrarre, secondo la Uil, c’è anche quello di Metinvest sul polo siderurgico di Piombino, dopo che le scadenze per l’intesa con Jsw e l’accordo di programma sono passate senza alcuna firma. “Entro 15 giorni bisogna convocare il tavolo alla Presidenza del Consiglio o al Mimit, l’accordo va realizzato, e va rilanciato il polo di Piombino”, ha tuonato il leader Uilm Palombella da Firenze, secondo cui “c’è bisogno di avere il preridotto, il forno elettrico, e la produzione di acciaio che serve per l’Italia”, e “non è possibile che si continui a perdere tempo perché c’è una logica ancora spartitoria delle aree: devono essere riservate alla comunità di Piombino e della Toscana, quelle aree vanno utilizzate per fare sviluppo, non per fare altre operazioni”.

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Leonardo Testai

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