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Impresa

16 settembre 2024

Cooperative: ai giovani toscani piace ancora questa forma di impresa

Per le coop aderenti a Legacoop, nel 2023 il fatturato complessivo in Toscana, ha raggiunto i 10 miliardi di euro, + 15% in 2 anni.

Silvia Gigli
Una cooperativa

Una cooperativa

E’ uno dei cuori pulsanti dell’economia toscana. E anche uno dei più antichi. La cooperazione, con le sue peculiarità e la sua ramificazione sul territorio, in Toscana ha un’incidenza economica, tra società mutualistiche e società di capitale controllate integralmente da cooperative, di circa il 10% del PIL.

Con oltre 2,5 milioni di soci complessivi, praticamente ogni famiglia della Toscana è associata ad almeno una cooperativa. Una penetrazione sociale ed economica che forse non ha eguali. Come è noto, a cooperazione ha un ruolo predominante nel settore della distribuzione alimentare, con due modelli cooperativi diversi ma entrambi di successo, ovvero Conad e Coop.

Coop è leader del mercato toscano con il 40% delle vendite

La cooperazione tra consumatori, il marchio Coop, è leader del mercato toscano con oltre il 40% del totale delle vendite. Ma la cooperazione ha un’incidenza importante anche nei settori del credito, con le oltre 200 banche di credito cooperativo che sviluppano una quota di mercato sulla raccolta diretta del 12,5% in Toscana. Il settore agroalimentare e dei servizi sociali sono altri comparti che vedono una importante presenza cooperativa. 

Il valore sociale dell’accantonamento degli utili

Quello che da sempre contraddistingue la cooperazione da altre forme di impresa è l’accantonamento dei profitti per nuovi investimenti, in pratica i soci delle cooperative non hanno dividendo. A più riprese vari Governi hanno tentato di smontare questo principio ma non ci sono riusciti. Ma questa formula ha ancora ragione d’essere? “Il patrimonio indivisibile è l’essenza della cooperazione – spiega Roberto Negrini, il presidente di Legacoop Toscana, associazione che ha da poco compiuto 50 anni -. Rappresenta la capacità della cooperativa di accumulare valore per I soci di oggi e quelli di domani, e quindi per tutta la comunità. In un’epoca in cui vediamo grandi imprese multinazionali fare enormi profitti sfruttando le comunità, le persone e l’ambiente, le cooperative investono i propri utili nella continuazione dell’attività, oppure possono restituirne una parte ai soci sotto forma di migliori condizioni o di ristorni. Ad esempio, le cooperative di lavoro associate a Legacoop garantiscono un salario medio di circa il 12% superiore alla media privata, proprio perché grazie all’accantonamento dei ricavi e al patrimonio accumulato riescono a trasmettere meglio il valore ai soci”. 

In molti si chiedono perché le cooperative abbiano il loro cuore pulsante soprattutto nel centro Italia. La spiegazione sta nel fatto che la cooperazione italiana affonda le sue radici, ormai pluricentenarie, nel movimento di emancipazione popolare degli operai e dei contadini, sia laico che cattolico, che in Emilia-Romagna, Toscana e Umbria è risultato avere più forza e diffusione. 

Ma oggi quali sono I settori che rappresentano o rappresenteranno il core business delle cooperative? La risposta è semplice e netta: “La cooperazione opera prevalentemente in quei settori che vengono chiamati dell’economia fondamentale, ovvero tutti quelle attività organizzate che sono necessarie per rispondere ai bisogni primari delle persone come mangiare, curarsi, avere una casa dove abitare”. 

I giovani e le cooperative? Un legame ancora attuale

In un periodo storico dominato dalle startup ha ancora un senso riunirsi in un’impresa cooperativa? I giovani sono vicini o lontani a questa forma di organizzazione imprenditoriale? Di recente è stato pubblicato un bando per le giovani cooperative. “La questione generazionale rappresenta una sfida per il movimento cooperativo – continua Negrini -, così come per il mondo dell’imprese in generale. Anche grazie il lavoro di promozione su cui abbiamo puntato fortemente negli ultimi anni, molti giovani decidono di costituire cooperative perché si riconoscono nei valori della cooperazione. È un movimento ancora vitale: per la sola Legacoop, le cooperative costituite negli ultimi vent’anni, ancora relativamente giovani, producono oltre 157 milioni di euro di fatturato e occupano circa 3000 persone“.  

Crisi, peggioramento nell’agroalimentare dopo la pandemia

Sul fronte delle crisi che in questo momento stanno attraversando tutto il mondo economico, le cooperative, essendo presenti in tutta la geografia economica, svolgono sia attività in settori maturi o in crisi sia in altri che hanno un momento di maggiore sviluppo. Nel corso della pandemia, la cooperazione tra consumatori e quella agroalimentare ha visto degli anni molto positivi, mentre negli ultimi tempi le cose sono peggiorate.

Al contrario, dopo una lunga crisi il settore delle costruzioni ha avuto una ripresa importante.  Il compito di Legacoop però non è solo di occuparsi del buon bilancio delle cooperative, ma anche e soprattutto del benessere dei soci. In quest’ottica evidenziano come le cooperative che operano nel settore degli appalti pubblici, in particolare nel socio-sanitario, vedano una continua pressione con gare al massimo ribasso che svalutano il salario e l’impegno dei soci lavoratori. 

Fatturato da 10 miliardi di euro, occupazione in crescita

Per le sole cooperative aderenti a Legacoop, nel 2023 il fatturato complessivo delle aderenti in Toscana, sia regionali che extraregionali, ha raggiunto i 10 miliardi di euro, con un incremento del 15% in due anni, soprattutto a causa della stagione inflazionistica. Anche l’occupazione è risultata in crescita con un totale occupati superiore alle 42.000 unità, con un incremento altrettanto importante del salario medio, che è aumentato del 4% nel corso del 2024. Le cooperative stanno quindi cercando di rispondere all’aumento dell’inflazione incrementando i salari dei propri occupati. A riprova di questo, rispetto alle imprese private, le cooperative hanno sperimentato una riduzione dell’utile nel 2023.

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Silvia Gigli

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