Il rendering del centro logistico Pharma Valley
Da anni è considerato il progetto strategico per far crescere (ancora di più) la brillante industria farmaceutica toscana: il maxi polo logistico da costruire all’Interporto di Livorno, frutto dell’iniziativa privata (un gruppo di aziende del settore) e della regìa pubblica (la Regione Toscana, che ha individuato il terreno e seguito l’iter autorizzativo), con la consulenza di Kpmg che ha selezionato il costruttore della piattaforma e il provider dei servizi logistici. Fin dall’inizio (se ne parla dal 2014) il progetto, del valore di circa 70 milioni di euro, aveva assunto il nome di “Pharma Valley”.
BCube chiede i danni a cinque aziende farmaceutiche
Ma ora quel progetto, che non ha ancora visto la posa della prima pietra, finirà in Tribunale: BCube, l’operatore piemontese a cui era stata affidata la gestione della logistica industriale, sta per presentare – secondo quanto risulta a T24 – una richiesta di risarcimento danni al Tribunale di Firenze. Ad essere chiamate in causa saranno le cinque aziende toscane che avrebbero dovuto utilizzare il centro logistico – Abiogen, Aboca, Eli Lilly, Galenica Senese e Molteni – alle quali verrebbero contestati comportamenti scorretti durante la (lunga) fase delle trattative, tali da aver causato danni a BCube. L’operatore avrebbe dovuto sostenere l’investimento milionario insieme col fondo d’investimento P3 Logistic Parks, che ha acquistato da tempo l’area da 125mila metri quadrati all’Interporto di Livorno, su cui costruire, nella prima fase, 30mila mq di magazzini refrigerati con 60mila posti-pallet, da raddoppiare fino a 60mila mq a regime.
Complessità contrattuali e progettuali
L’allungamento dei tempi legato alla complessità contrattuale e progettuale, e in particolare le difficoltà nell’individuare un modello logistico comune che potesse sostituire quelli già utilizzati dalle singole aziende, ha fatto da detonatore. Tanto che in una riunione tenutasi nella sede della Regione Toscana nel marzo 2024 la multinazionale Eli Lilly – che avrebbe dovuto assicurare la metà dei volumi movimentati nell’hub logistico grazie (anche) al boom dei suoi farmaci contro diabete e obesità – aveva ufficialmente rinunciato all’operazione, sottolineando di aver bisogno della struttura in tempi più rapidi di quelli che si prospettavano. Le altre aziende farmaceutiche avevano allora trovato un nuovo equilibrio economico-finanziario legato a minori volumi, ma neppure a questo punto tutti i nodi si sono sciolti, fino ad arrivare all’epilogo attuale.
“Il progetto resta in piedi”
“Il progetto non è tramontato, è ancora di grande interesse e può stare in piedi con altre imprese”, fanno sapere le aziende rimaste in gioco. Il futuro è appeso a un filo. Se il progetto, fortemente voluto dalla Regione che anni fa aveva affidato uno studio proprio a Kpmg per definire la Pharma Valley, dovesse naufragare, sarebbe una sconfitta per la Toscana, che nella farmaceutica, nutraceutica e medical devices vede, in questo momento, uno dei pochi settori industriali in crescita.
Obiettivo: ottimizzare la catena distributiva dei prodotti
L’hub logistico, secondo il progetto, avrebbe permesso di ottimizzare la catena distributiva dei prodotti, agevolando l’import-export e contribuendo a ridurre l’impatto sull’ambiente, visto che oggi le aziende toscane utilizzano magazzini situati a Milano e Roma, con dispendio di tempo e emissioni inquinanti. I posti di lavoro creati sarebbero stati 100 nella prima fase, con la previsione di salire poi a 200.
La scelta dell’interporto Vespucci – si disse alla presentazione dell’operazione nel maggio 2022 – è strategica non solo perché attrezzato per la logistica e vicino al porto di Livorno e all’aeroporto di Pisa, ma anche perché destinato a essere inserito nella Zona logistica semplificata (Zls) che ha visto il varo proprio nei giorni scorsi, e che dovrebbe portare a creare corridoi doganali e spingere gli scambi commerciali.
Silvia Pieraccini