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28 marzo 2025

Desertificazione bancaria, la Regione istituisce un Osservatorio

Il fenomeno è più evidente nelle aree interne e non si arresta: circa 50mila cittadini risiedono in comuni privi di sportello.

Leonardo Testai
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Monitorare l’evoluzione del fenomeno della desertificazione bancaria, raccogliere e analizzare i dati aggiornati sulle chiusure degli sportelli, promuovere soluzioni per garantire la presenza dei servizi nelle aree più svantaggiate della Toscana: sono questi gli obiettivi dell’Osservatorio regionale sulla desertificazione bancaria, istituito dalla Regione Toscana con una delibera di giunta che recepisce una risoluzione adottata dal Consiglio regionale a novembre 2024. Ma già un anno e mezzo prima il Consiglio aveva approvato una risoluzione sul tema, impegnando la giunta ad assumere iniziative in tutte le sedi e verso i soggetti interessati per garantire parità di accesso nei servizi nelle aree interne e contrastare la diminuzione dei servizi bancari.

Dell’Osservatorio, presieduto dal presidente della giunta regionale o suo delegato, faranno parte un rappresentante di Abi Toscana; le banche presenti nel territorio, individuate e coinvolte da Abi stessa; Anci Toscana, affiancata dai Comuni maggiormente interessati; rappresentanti di Upi Toscana, delle associazioni di categoria regionali e dei sindacati regionali di categoria. Al presidente spetterà la convocazione per l’insediamento e degli incontri con cadenza almeno annuale, a meno di criticità impellenti.

I numeri della desertificazione bancaria in Toscana

La desertificazione bancaria, ossia la graduale chiusura degli sportelli bancari, effetto da un lato della diffusione dell’home banking e dall’altro di una politica di razionalizzazione degli sportelli – per tagliare i costi, o ridisegnare la rete dopo una fusione tra istituti -, produce disagi ed effetti negativi soprattutto nelle aree interne della Toscana, peraltro penalizzate da infrastrutture digitali insufficienti. Al 30 giugno 2023, secondo un’indagine della Fisac-Cgil regionale, su 273 comuni presenti in Toscana 252 possiedono almeno una filiale di banca: ma nel giro di cinque anni 11 comuni toscani hanno perso completamente la loro presenza bancaria, con la chiusura di 368 sportelli bancari in tutta la regione.

Quasi 50mila toscani abitano in comuni privi di una dipendenza bancaria; circa il 18% dei comuni toscani ospitano una sola agenzia bancaria, e il 38% dei comuni conta meno di tre sportelli. Dal 2022 al 2023 gli sportelli si sono ridotti del 3,8%: nei comuni delle aree interne l’andamento recente delle chiusure è risultato leggermente inferiore (-2,2%) perché, secondo Fisac, la parte preponderante di chiusure è avvenuta dal 2015 al 2020, e la variazione in negativo con il 2023 è pari al -39,5%. Oltre il 24% dei comuni delle aree interne annoverano una sola agenzia bancaria: nell’autunno scorso il sindaco di Londa, Tommaso Cuoretti, diede vita a una clamorosa protesta barricandosi per una giornata nell’unica filiale di banca cittadina destinata alla chiusura.

“Vogliamo che nessun territorio sia lasciato indietro”

“La tendenza a chiudere sportelli bancari nei piccoli centri e nelle zone più svantaggiate – osserva l’assessore regionale a economia e turismo Leonardo Marras – può penalizzare le comunità locali, ostacolando l’accesso ai servizi finanziari essenziali. Con l’Osservatorio regionale vogliamo raccogliere dati aggiornati, analizzare l’evoluzione della situazione e individuare possibili soluzioni, coinvolgendo tutti gli attori interessati, dalle banche alle istituzioni locali fino alle associazioni di categoria. L’obiettivo è garantire che nessun territorio venga lasciato indietro e che le imprese e i cittadini possano continuare ad avere un accesso adeguato ai servizi bancari”.

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Leonardo Testai

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