Foto di Steve Buissinne/Pixabay
Rallenta a partire da aprile l’export della Toscana che, nel primo semestre dell’anno, contiene l’incremento a prezzi correnti a +10,4% (sopra 28 miliardi di euro), superando sì la media italiana (+4,2%) ma mostrando una frenata che – secondo tutte le previsioni – è destinata a ingrossarsi nella seconda parte dell’anno. I dati sulle esportazioni delle regioni nei primi sei mesi sono stati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat.
Non si ferma la corsa della farmaceutica
A spingere l’export toscano sono stati – accanto all’aumento dei prezzi, che ha toccato praticamente tutti i settori – i prodotti farmaceutici, cresciuti sui mercati esteri del 56,5% rispetto al gennaio-giugno del 2022, e i gioielli (+13,1% sopra 1,9 miliardi di euro). L’impennata dei prodotti petroliferi raffinati (+157%), tradizionalmente a basso valore aggiunto, falsa il risultato finale. Bene anche la carta (+6,2%), la meccanica (+14,2%) e i mezzi di trasporto (scooter, navi, autoveicoli) +12,7%. Segno meno, invece, per tutti gli altri comparti manifatturieri, dal tessile-abbigliamento alla pelle, dal marmo ai mobili. Rallenta anche l’export di vino: -8,1% nel primo semestre a 573.804 euro.
Crolla l’export verso la Svizzera, hub del lusso
L’export toscano regge sia verso i Paesi Ue (+11,6%) che verso quelli extraUe (+9,6%), anche se le vendite dirette in Svizzera, tradizionale hub per la distribuzione della moda di lusso, sono scese del 30,8%: e infatti il risultato è lo specchio dell’andamento dell’industria della moda, che sta vivendo una fase di riflessione dopo il boom del 2022.
Firenze fa solo +6,4%
Dal punto di vista geografico, Firenze nel primo semestre 2023 ha visto rallentare la crescita dell’export fino al +6,4% a valori correnti (a 10 miliardi di euro), e ora l’ufficio studi della Camera di commercio segnala un secondo semestre più problematico per la frenata dell’economia americana e la recessione tecnica della Germania.
Silvia Pieraccini