Il negozio Giovanni Raspini sotto la Loggia Rucellai a Firenze
E’ un’azienda familiare di Arezzo che produce gioielli in argento con una forte identità di stile e che vende più del 90% in Italia, mercato decisamente poco brillante per i consumi. Eppure Giovanni Raspini, dal nome del fondatore-architetto-designer che la guida, è cresciuta anche nel 2024, e non solo per l’aumento dei prezzi medi del metallo. Il fatturato – fa sapere l’azienda – ha superato i 38 milioni di euro, in salita del 13% sull’anno precedente, con buone prospettive di crescita anche per quest’anno.
I 28 negozi monomarca cresceranno fuori dall’Italia
A trainare è stato il canale retail, che ha segnato +28% nei 28 punti vendita monomarca, che ora contano anche un negozio a Shanghai grazie a un accordo di distribuzione in Cina stretto nei mesi scorsi. In vista ci sono altre aperture di boutique: “Per il prossimo triennio, il brand toscano del gioiello intende sviluppare gli investimenti su vari fronti, con un focus particolare sull’espansione internazionale del retail in Paesi come la Cina o, in Europa, la Germania, la Francia e la Spagna”.
Il negozio dell’arte della tavola sotto la Loggia Rucellai a Firenze
Se i gioielli restano in core business dell’azienda, l’anno scorso l’argentiere Raspini è tornato anche a rendere omaggio al settore della tavola e della casa, da cui l’azienda è partita: sotto la Loggia Rucellai a Firenze, da tempo adibita a spazio commerciale (le arcate sono protette da vetri), ha aperto un negozio di oggetti d’arredo, sculture, arte della tavola, tutto disegnato dallo stesso Raspini e prodotto nello stabilimento di Arezzo. Lo stile è quello onirico, animalier, irriverente che distingue l’artigiano-designer dell’argento: consolle arricchite da iguane, bicchieri in bronzo dorato su cui si arrampicano scimmie, sottopiatti con scarafaggi e lumache, posate con licheni, conchiglie e pezzi di corallo. «Sono prodotti in vendita solo in questa sede – aveva spiegato Raspini – che nascono dalla sperimentazione e dalla voglia di fare, di provare, anche di sbagliare. E nascono perché oggi si è risvegliato l’interesse verso gli oggetti particolari: non a caso tutti i grandi marchi hanno investito negli arredi».
Silvia Pieraccini