Non è ancora una delle destinazioni principali per l’export toscano nel suo complesso, ma “in futuro, con la crescita del reddito disponibile delle famiglie cinesi, la Cina potrebbe diventare un importante mercato di sbocco delle merci toscane, con impatti espansivi sull’economia regionale”: è l’analisi dell’Irpet, che in uno studio ha fatto il punto sulle relazioni commerciali import-export tra il sistema produttivo regionale e il gigante asiatico dal 2000 a oggi.
Al 2022 l’export diretto della Toscana verso la Cina ammontava a circa 1,7 miliardi di euro, a fronte di un valore dell’import pari a 3 miliardi di euro. Rispetto al complesso dei flussi, la quota di import dalla Cina sul totale è passata dal 3,9% del 2000 al 9% del 2022, dopo il 10% di fine anni Duemila, mentre la quota delle esportazioni ha toccato il 3% tra 2009 e 2010 ed è rimasta sostanzialmente stabile negli anni successivi, con una fiammata positiva (sopra il 4%) negli anni della pandemia Covid-19 grazie all’export di prodotti farmaceutici.
Un’industria dipendente dal gigante asiatico
Le prime tre produzioni esportate nel 2022 dalla Toscana verso la Cina sono state macchine (21%), prodotti farmaceutici (18%), cuoio e pelletteria (14%). In realtà, sostiene Irpet, ricostruendo le catene del valore si può stimare che fino al 6% del valore aggiunto toscano generato da domanda finale estera dipenda dalla Cina. E la Toscana, in Italia, risulta la regione più esposta alla Cina dal lato della fornitura di input produttivi, i beni e servizi strumentali utilizzati dalle imprese regionali per la produzione: in termini di contributo di valore aggiunto, infatti, il paese pesa per il 15% sul totale degli input forniti dalle economie estere. L’esposizione, scrivono i ricercatori, è particolarmente elevata su alcune specializzazioni in particolare: moda (24%); meccanica di precisione (22%); metalli (20%) e componentistica elettrica per macchinari (19%).
Per quanto riguarda le importazioni, dal 2000 al 2022 si osserva una forte crescita delle macchine, inclusa la componentistica: il segmento è passato dall’11% al 29% del totale dei flussi dalla Cina alla Toscana. Nell’ambito del sistema moda, è cresciuto il peso di filati e tessuti (dal 9% 1l 12%), mentre hanno conosciuto una contrazione, invece, le quote dei prodotti di abbigliamento e pelletteria (dal 16% al 6%). (lt)