Dopo giorni e giorni di braccio di ferro tra la Regione Toscana e il ministero della Cultura, all’ultimo minuto utile è arrivata l’intesa: il Consiglio dei ministri, nella seduta di oggi, 22 giugno, ha rinunciato a impugnare alla Corte Costituzionale la legge toscana 65/2014 sull’urbanistica, conosciuta come legge Marson, nella parte – modificata a maggioranza due mesi fa – che semplifica l’iter per l’approvazione delle varianti agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica per le opere pubbliche finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), impugnazione che era stata annunciata con toni allarmistici il 21 giugno dal presidente della Regione, Eugenio Giani.
La legge toscana però – questo il senso dell’accordo – dovrà essere modificata di nuovo (nel corso del primo Consiglio regionale), in modo da chiarire meglio che, in caso di difformità rispetto al Pit (il Piano di indirizzo territoriale che vale come Piano paesaggistico), questa va certificata nella conferenza dei servizi. L’impegno alla modifica è stato preso con una lettera indirizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri dal presidente Giani e dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. La posizione del ministero della Cultura è mirata ad assicurare la tutela ambientale e paesaggistica. Tutela che, secondo Giani e Mazzeo, era già chiara – e data per scontata – nel testo della norma toscana: ma a Roma non sembrano pensarla allo stesso modo.