Recuperare più di 350 ettari di terreni agricoli abbandonati per destinarli alla coltivazione di girasoli da trasformare in biodiesel. Insomma, più girasole nei motori delle nostre auto e dei trattori per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera che stanno modificando il clima del nostro pianeta. L’agricoltura toscana partecipa così alla sfida energetica del Paese.
Sono i contratti di filiera gli strumenti messi in campo da Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia per cogliere le opportunità dell’accordo di collaborazione tra ENI e BF (Bonifiche Ferraresi) per contribuire a sviluppare nuove filiere per uso energetico in Italia. A fornire un primo bilancio dell’innovativo progetto sono Coldiretti Toscana e Consorzi Agrari d’Italia – Consorzio del Tirreno che hanno favorito e concretizzato la divulgazione dell’accordo di filiera tra le imprese agricole.
Garantire l’accesso alla terra e creare nuovo business
Il progetto punta, inoltre, a creare un nuovo modello di business che, da un lato, garantisca l’accesso alla terra agli agricoltori creando opportunità economiche e, dall’altro, introduca tecniche e processi all’avanguardia con l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nei settori dell’agricoltura e dei trasporti. “Coldiretti sostiene con convinzione questa iniziativa che ci aiuterà a riportare alla produzione terreni poveri ed improduttivi in un progetto di economia circolare – spiega Letizia Cesaroni, presidente di Coldiretti Toscana -. Grazie ai contratti di filiera che assicurano alle imprese agricole un prezzo molto più vantaggioso e remunerativo per ogni quintale ritirato sono stati valorizzati decine e decine di ettari di terreni poveri altrimenti lasciati improduttivi. L’agricoltura vuole partecipare e diventare un attore primario del percorso di diversificazione che il nostro Paese sta affrontando; un percorso dove non c’è alcuna competizione con la filiera agroalimentare che resta l’assoluta priorità”.
Il 2023 è stata una stagione molto positiva per i girasoli
A favorire il buon andamento dell’accordo la stagione molto positiva del girasole che in Toscana occupa oltre 20 mila ettari di terreni agricoli caratterizzando con i suoi colori il paesaggio regionale tanto da essere diventato una vera e propria attrazione. Nel 2022 sono stati raccolti poco più di 500 mila quintali di girasoli. Arezzo con 5.800 ettari, Pisa con quasi 5.000 ettari, Siena con 4.000 ettari, poi Grosseto con 3.000 ettari sono le province a maggiore vocazione. “E’ una coltura importante, rustica, poco esigente. – conferma Matteo Serravalle, imprenditore agricolo di Campiglia Marittima – L’andamento stagionale ha avvantaggiato questa coltura; le piogge di maggio e giugno hanno evitato lo stress idrico della pianta che aveva invece sofferto la scorsa estate. Le rese sono più alte e superiori rispetto alla media storica”. (sg)