Allo stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze) sono di nuovo in fibrillazione: Malo, lo storico marchio di maglieria in cachemire di alta gamma, fondato nel 1972 dai fratelli Alfredo e Giacomo Canessa e passato poi sotto vari azionisti fino al fallimento nel 2018, ora cambia di nuovo proprietà. L’imprenditore veneto della refrigerazione Walter Maiocchi, che l’aveva acquistato all’asta con Luigino Belloni (riuniti nella finanziaria Finplace 2), sei anni e mezzo fa, per poco meno di 10 milioni di euro, ha ceduto la maggioranza del capitale al fondo americano di private equity Glickman Capital.
Il rilancio del marchio è stato più difficile del previsto
Glickman Capital ha acquisito l’85% del capitale, mentre il 15% è rimasto nelle mani della Finplace 2. Il rilancio che era stato progettato dalla proprietà italiana sembra essere stato più difficile del previsto. Prima il Covid, che ha bloccato i progetti di internazionalizzazione; poi – dopo la ripresa degli acquisti seguita alla pandemia – le difficoltà vissute dal settore lusso, che si è fermato. La riscoperta di lavorazioni manuali, l’investimento in ricerca tessile, così come quello nei punti vendita, non sono bastati a far decollare Malo. Un anno fa, nel febbraio 2024, il marchio aveva rilanciato inaugurando una boutique (la nona) in via della Spiga a Milano. L’azienda, secondo quanto risulta dai bilanci depositati, ha chiuso il 2023 con 11 milioni di euro di fatturato industriale, in linea con l’anno precedente, e un utile netto di 1,2 milioni di euro (in miglioramento rispetto ai 33mila euro di perdita 2022) e 95 dipendenti. A questi numeri vanno aggiunti quelli del retail.
Obiettivo: non snaturare la qualità del prodotto
Adesso toccherà al fondo americano fare un nuovo piano industriale e delineare le linee di sviluppo senza snaturare la qualità del prodotto e il posizionamento del brand. Accanto allo stabilimento di Campi Bisenzio, Malo possiede anche quello di Borgonovo Val Tidone (Piacenza).
Silvia Pieraccini