Pnrr, fondi Ue, protocolli d’intesa e accordi di programma: un ventaglio di risorse che porteranno alla Toscana – a patto di usarle, e saperle usare bene – un vantaggio in termini di Pil stimabile in 7 miliardi di euro. E’ il calcolo portato dall’Irpet agli Stati generali dei Comuni della Toscana, organizzati a Firenze dalla Regione. Occasione per la presentazione del libro sui ‘Mille progetti e più’, celebrazione della “Toscana del fare”, gongola il governatore Eugenio Giani; ma anche momento di confronto interistituzionale sul come fare per spendere prima e meglio i denari in arrivo dall’Europa. Perché dai dati su Fse, Fesr e Italia-Francia Marittimo del Dipartimento per le Politiche di Coesione di Palazzo Chigi emergono ritardi da colmare.
“Così recuperiamo gli investimenti mancati”
“L’ammontare complessivo delle risorse che la Toscana ha saputo cogliere – ha detto Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet – è di 8 miliardi di Pnrr più altri 3,3 miliardi, per un totale di 11 miliardi di finanziamento: un ammontare di risorse adeguato perché rispecchiano il peso economico della Toscana e ci consentono di recuperare gli investimenti che abbiamo perso nel decennio precedente al periodo del Covid”. Per Sciclone dunque in Toscana “nell’arco di dieci anni da questi investimenti potremo godere di un Pil di 5,6 punti più alto di quello che registreremmo in assenza di queste risorse, per un totale di 7 miliardi di euro in più”.
Non solo: secondo il direttore dell’Irpet queste risorse “sono distribuite in modo tale da non lasciare anche indietro i territori più fragili, le aree interne, la Toscana diffusa: nella loro distribuzione correggono le distanze fra i territori che hanno una maggiore propensione a investire rispetto a quelli che hanno una bassa propensione a investire, perché la distribuzione territoriale della spesa storica per investimenti in opere pubbliche è più sperequata rispetto alla distribuzione delle risorse che sono collegate a questi fondi. Quindi vi sono le condizioni per cui questo protagonismo dell’azione pubblica possa avere effetti positivi sul tessuto economico della nostra regione”.
Nel 2025 un check up per rispettare i tempi
L’insieme delle risorse riconducibili al Pnrr, all’attuale programmazione dei fondi Ue, e ad accordi di programma e protocolli d’intesa, in Toscana “ha dato vita a un sistema che ha portato un valore aggiunto del Pil, il +2% annuo”, ha affermato Giani, spiegando che i due punti comprendono “un +0,7% con il Pnrr, +0,8% con i fondi strutturali europei e il settore di investimenti allargato, un +0,5% con gli accordi di programma, protocolli d’intesa, variazioni di bilancio regionali per supportare le iniziative degli enti locali. Un volano per l’economia toscana che si è concretizzato in più di mille progetti realizzati o avviati”.
Per i progetti legati a queste risorse, “la Toscana ha l’87% di cantieri avviati, che nel caso dei progetti Pnrr arriva quasi al 100%”, ossia una quota intorno al 97%, sostiene Giani, secondo cui l’iniziativa coi Comuni è “l’occasione per fare un check up e capire come riuscire a rispettare i tempi”, tenendo presente che il prossimo anno “ci sarà anche un check up che potrà consentirci di dire che, anche se qualche opera non è partita, quelle risorse potranno essere destinate a incrementare i progetti che si stanno realizzando, ma che subiscono un aumento dei costi delle materie prime, dell’energia, un incremento di costi che però non può fermare l’opera”.
Leonardo Testai