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Territorio

26 settembre 2022

Rigassificatore di Piombino appeso al nuovo Governo

La vittoria alle elezioni di Fratelli d’Italia (il partito del sindaco di Piombino) riapre il destino della nave rigassificatrice.

Silvia Pieraccini
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Qual è il destino della nave rigassificatrice, che il Governo Draghi ha deciso di installare nel porto di Piombino per sopperire al taglio delle forniture russe, dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni?

La domanda è quanto mai attuale visto che il sindaco della cittadina costiera, Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia, si è mostrato fin da subito contrario (come gran parte della popolazione di Piombino) all’installazione della nave senza adeguate garanzie di sicurezza e ambientali, secondo lui al momento assenti. Nella prima riunione della conferenza dei servizi sul rigassificatore, che si è tenuta il 19 settembre a Firenze in vista del rilascio della concessione, Ferrari ha manifestato ufficialmente la sua contrarietà all’opera, ipotizzando il ricorso ai giudici amministrativi.

Adesso bisognerà vedere come Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia pronta a prendere il posto di Draghi, finora estremamente cauta sull’operazione-rigassificatore – con aperture parziali e riconoscimento dell’emergenza gas in atto, alternate a puntualizzazioni e titubanze – riuscirà a raffreddare la patata bollente che ha in mano il suo partito.

Prosegue la discussione anche tra i neo eletti

Tra chi è perplesso sull’installazione di una nave lunga quasi 300 metri e larga 40, con una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di Gnl e una capacità di rigassificazione continua di cinque miliardi di metri cubi l’anno, nel porto di Piombino a due passi dalle abitazioni c’è anche Chiara Tenerini di Forza Italia, appena eletta – con sua stessa sorpresa – nel collegio uninominale di Livorno-Piombino alla Camera (ha sconfitto il favorito Andrea Romano, deputato uscente del Pd).

“La collocazione in banchina di una nave di 300 metri per 40 piena di gas deve far aprire una riflessione profonda – ha detto appena eletta Tenerini – mi auguro che sia una collocazione strettamente temporanea, al limite della durata di un anno, per poi essere posizionata offshore. Essere andati in deroga agli strumenti di garanzia e di tutela come la valutazione d’impatto ambientale e la valutazione strategica è stato un errore clamoroso”.

In realtà, se la nave dovesse essere installata, è assai difficile che possa rimanere in banchina solo un anno. “Dobbiamo tener conto della comunità locale – aveva detto Tenerini nelle settimane scorse – perché il rigassificatore frenerebbe la cantieristica navale, la retroportualità e anche l’acciaieria Jsw; e metterebbe a rischio i collegamenti con l’isola d’Elba, perché quando arriverà una nave gasiera per alimentare l’impianto il traffico marittimo dovrà fermarsi per cinque-sei ore”.

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Silvia Pieraccini

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