I timori estivi sulla siccità che rischiava di compromettere i vigneti non si sono trasformati in allarme. E così la vendemmia 2022 non sarà né scarsa in quantità, né “povera” in qualità. A dirlo sono le previsioni fatte congiuntamente da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) e presentate oggi, 14 settembre, al ministero dell’Agricoltura.
La Toscana è tra le regioni con i risultati migliori
In Italia la quantità di vino prodotto crescerà leggermente rispetto al 2021 (+3%, arrivando a 50,27 milioni di ettolitri), e sarà in linea con la media delle ultime annate. La qualità delle uve andrà dal “buono” all'”ottimo”, a seconda delle zone.
La Toscana è una di quelle che avrà i migliori risultati su tutti i fronti. Le quantità sono stimate in crescita (addirittura) del 12% rispetto al 2021: si prevedono 2,29 milioni di ettolitri, praticamente in linea con la media dell’ultimo quinquennio 2017-2021 che era stata di 2,169 milioni. Sul fronte della qualità, la lancetta punta su “ottimo”. Un risultato che va a braccetto con quello appena centrato: nel primo semestre dell’anno la Toscana ha superato per la prima volta il Piemonte nell’export di vino, conquistando il secondo posto dietro il Veneto.
Piogge e ricerca scientifica hanno salvato la vendemmia
A “salvare” la vendemmia 2022 – secondo le tre associazioni – sono state le piogge di agosto ma anche la ricerca scientifica e le tecniche di coltivazione e di affinamento sviluppate dai produttori. Il record produttivo, però, secondo una voce autorevole come quella del presidente Uiv Lamberto Frescobaldi non è sufficiente a generare ricchezza: “Dobbiamo fare ancora molta strada – afferma – per emulare le performance dei francesi che hanno una redditività tripla per ettaro coltivato, 16.600 euro contro i 6.000 euro italiani, e per ettolitro prodotto (294 euro contro 82 euro)”.
Silvia Pieraccini