Una fabbrica di moda
Non solo i grandi marchi. Anche i terzisti della moda – soprattutto quelli più grandi e strutturati – accelerano sulla sostenibilità ambientale e sociale e, soprattutto, sulla rendicontazione dei risultati raggiunti e dunque sulla trasparenza e sulla responsabilità. E’ il caso della empolese Pellemoda, storica azienda di abbigliamento in pelle della famiglia Morelli che realizza capi per le più importanti maison internazionali, che ha imboccato un percorso ambizioso: è diventata società Benefit, modificando lo statuto aziendale con l’inserimento, accanto all’obiettivo della redditività, del perseguimento del beneficio comune per l’ambiente, i lavoratori, la comunità; ha appena pubblicato il primo report di sostenibilità, misurando le performance in campo ambientale, sociale e di governance; ha fissato il traguardo di ottenere la certificazione sulla parità di genere entro il primo semestre 2024; punta a ottenere la certificazione di sostenibilità BCorp – uno degli standard più elevati a livello mondiale di misurazione delle performance Esg (environmental, social, governance) – entro settembre 2024.
Il fatturato 2022 sfiora i 40 milioni di euro
Un percorso in quattro tappe che per i fratelli Azzurra e Giampaolo Morelli, ceo di Pellemoda, dimostra “le responsabilità e la serietà che ci guida nell’affiancare brand internazionali nella crescita del loro valore e nella produzione di alta qualità di capi di grande pregio”. Pellemoda, controllata da Holding Morelli, nel 2022 ha fatturato 39,8 milioni di euro (+13,7%) con quasi 73mila capi venduti e 148 addetti, di cui 108 donne. Sul fronte ambientale, nel 2022 il consumo di energia elettrica – che proviene al 100% da fonti rinnovabili – è diminuito del 30% grazie alla sostituzione di lampade con led e all’inserimento di timer per lo spegnimento automatico. In diminuzione i rifiuti prodotti (da 107mila chilogrammi nel 2021 a 90mila nel 2022). Tra gli impegni futuri sul fronte ambientale ci sono l’introduzione di un mobility manager e l’obiettivo di riduzione delle emissioni di Co2 e dell’acqua -45% entro il 2030.
Silvia Pieraccini