Volontari dell'Opera di Santa Caterina (foto di Federico Barattini)
La mancanza di volontari è una spina nel fianco del Terzo settore. Soprattutto in una regione come la Toscana, storicamente vocata al volontariato. È un argomento che sta diventando cruciale, non solo per gli enti di volontariato della nostra regione, ma per la tenuta e la salute dell’intera società. Con ricerche e indagini, insieme alla Regione e all’università di Pisa, Cesvot ha cercato di comprendere meglio chi sono, oggi, i potenziali volontari, quale volontariato hanno in mente, come fare ad entrare in relazione con loro e come devono cambiare le organizzazioni per essere attrattive. Bisogna ricordare che senza il supporto del volontariato al sistema sociosanitario tanti importanti servizi alla persona non sarebbero possibili, così come senza i circoli o le associazioni di promozione sociale le comunità si svuoterebbero di tante iniziative solidali e occasioni di socialità.
Chi sono i “potenziali”
Studiare la propensione al volontariato e le caratteristiche dei “volontari potenziali” diventa rilevante di fronte alla riduzione del numero dei cittadini toscani che dichiarano di svolgere attività di volontariato in organizzazioni: secondo i dati Istat, nel 2007 erano pari all’11,1% sul totale della popolazione, nel 2019 al 10,5% (344 mila volontari) e nel 2021 al 7,9% (258 mila volontari). L’indagine aiuta a comprendere il bacino di cittadini che, se opportunamente intercettati e motivati, potrebbero decidere di impegnarsi nel volontariato organizzato.
In Toscana sono 28 mila le istituzioni non profit e 53.709 i dipendenti di enti non profit (Istat, 2020). Gli enti attualmente censiti dalla banca dati Cesvot sono 11.665 di cui: 3.207 Odv, 5.773 Aps, 973 Imprese sociali, 1.299 Onlus, 19 enti filantropici, 391 altri ets e 3 Società mutuo soccorso (dati Cesvot aggiornati a novembre 2023). Firenze, Lucca, Pisa e Arezzo le province con il più alto numero di organizzazioni del terzo settore. Dai dati del Quaderno Cesvot, “La differenza dei potenziali – Come cambia la propensione dei cittadini toscani al volontariato”, curato da Andrea Salvini, la stima della popolazione regionale che svolge attività di volontariato in enti di terzo settore (ets) corrisponde a 262.017 cittadini mentre quella che svolge attività di volontariato ma non in ets corrisponde a 144.476 cittadini, per un totale di 406.493 persone coinvolte in attività di volontariato.
Dalla banca dati Cesvot (novembre 2023) risultano 3.207 organizzazioni di volontariato. Firenze (722 associazioni), Lucca (438), Arezzo (287) e Pisa (276) le province che contano più associazioni. Sempre dalla banca dati Cesvot (novembre 2023) in Toscana le associazioni di promozione sociale (Aps) sono 5.773. Firenze (1.534 associazioni), Pisa (607) e Arezzo (578), Lucca (530) le province con più organizzazioni.
Strategie per superare lo stallo: parla il presidente Cesvot
Un mondo variegato, attivo, essenziale nella nostra organizzazione sociale ma che soffre una battuta d’arresto. Ne abbiamo parlato con il presidente del Cesvot, Luigi Paccosi.
Presidente Paccosi, come si spiega la flessione dei volontari soprattutto in una terra vocata al volontariato come la Toscana?
Lo scenario di flessione tiene conto degli effetti della pandemia che hanno portato il volontariato toscano, in linea con quello nazionale, a vivere momenti di difficoltà, se pensiamo che un terzo degli enti di terzo settore ha sospeso o chiuso le proprie attività. La pandemia non ha però indebolito la percezione del valore del volontariato. Il giudizio che i cittadini della Toscana danno sul volontariato è molto favorevole dai dati delle nostre rilevazioni: l’87,5% lo giudica molto positivo ed il 73% addirittura fondamentale. Quando si passa dal giudizio sul volontariato in generale a quello sulle persone – i volontari – la percezione è ancora migliore: il 79,9% ritiene che siano “persone che fanno del bene agli altri e sono da ammirare”. Il senso della presenza del volontariato va oltre la somma delle singole iniziative e la risposta offerta dal Terzo settore durante la pandemia si è dunque rivelata un motivo di riconoscimento da parte della cittadinanza, che si è resa conto di come il volontariato agisca nella quotidianità, a partire dalla capacità di leggere i contesti locali, di saper ascoltare i bisogni espressi dai territori, dalla collettività.
Quali possono essere le soluzioni e chi è il giovane o meno giovane che ancora si avvicina al terzo settore?
Quello del ricambio generazionale, unito all’‘avere a disposizione più volontari’, sono due tra i bisogni più espressi dagli ets toscani. Conoscere le aspettative degli aspiranti volontari, saperli accogliere e valorizzare è una sfida comune. Dai risultati di una nostra indagine demoscopica, si stimano in oltre 500 mila i cittadini toscani che potenzialmente potrebbero ‘passare all’azione’ e diventare volontari. L’altra sfida è correlata alle caratteristiche dei volontari ‘attivi’ e ‘potenziali’, di chi si dichiara disponibile ma “a certe condizioni” (se l’impegno risulta non continuativo, se l’ambiente e le persone “sono quelle giuste”, etc…), ma anche della propensione crescente a immaginarsi volontari episodici e svincolati dalle organizzazioni.
Avete ideato alcune campagne?
Sì. Cesvot ha intensificato le sue azioni in favore della promozione del volontariato. La campagna “Passa all’azione diventa volontario”, lanciata nel 2020, ha l’obiettivo di avvicinare il potenziale bacino di aspiranti volontari agli ets, consentendo, ad oggi, a oltre 800cittadini di ‘passare all’azione’ e diventare volontari in oltre 300 enti del terzo settore. Dobbiamo sempre ricordarci che la bellezza dell’esperienza volontaria si mostra nella sua meraviglia solo quando la si prova. E nella nostra regione sono tante le persone disponibili ad entrare in questa dimensione. Dobbiamo cercarle ed accoglierle.
Qual è l’identikit del volontario in Toscana?
Dai dati della nostra ricerca “La differenza dei potenziali” abbiamo rilevato tra chi fa volontariato una prevalenza femminile e un’età compresa tra i 55 e i 70 anni. Tra le persone interessate al volontariato però è alta la percentuale dei giovani dai 18 ai 34 anni, che in valore assoluto si stima in più di 110 mila potenziali giovani volontari. I settori di volontariato con maggior numero di preferenze sono: sanitario; culturale, sportivo e ricreativo; ambientale. Vorrei poi segnalare il bando “Siete presente. Con i giovani per ripartire”, cofinanziato da Regione Toscana-Giovanisì, in accordo con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale, e con il contributo delle undici Fondazioni bancarie della Toscana; il bando ha messo a disposizione un investimento complessivo di 515 mila euro per promuovere e qualificare il ruolo dei giovani nell’associazionismo toscano di 94 progetti in tutta la regione.
Silvia Gigli